A volte mi sento come se fossi sdraiata di fronte ad una botola che guarda verso il cielo, e da lì cerco di evadere un po’. Cerco di sognare, di immaginare, cerco di vivere un mondo diverso, il mondo che vorrei. E in realtà mi accorgo che cerco tutto questo anche nella quotidianità, in ogni mia passione che mi possa regalare un sorriso e un’emozione. Forse non voglio guardare mai dritta negli occhi e fino in fondo la nostra “amica” scomoda, o forse spero che dedicandomi ad altro lei possa staccarsi un po’ dalla mia spalla e farmi dimenticare tutte le paure che mi frullano in testa. Ed è così che preparo la mia macchina fotografica, la voglia di emozione e parto. Sono capace di macinare chilometri per ascoltare la musica, quella che mi fa tremare il cuore, quella che mi fa smettere di respirare. Parto come minimo la sera prima, dormo per strada davanti ai cancelli per trovare posto sotto al palco, con le transenne che mi spaccano lo stomaco. Così, per sentire ancora più forte le vibrazioni positive e per urlare a squarciagola il dolore che a volte mi prende e che cresce dentro. E sperare che cada qualche goccia di pioggia per confondere le lacrime che fanno male, scendono sul viso e bruciano, bruciano da morire. Torno stanca, stanca morta, senza voce, senza forze, ma con il bagaglio sempre più ricco e pieno di me, e di quella che sono, di quello che ottengo se realmente lo voglio. E penso che se ne avessi le possibilità andrei dove ho sempre sognato di andare: Perù, Madagascar, Bolivia, Cambogia, Vietnam, Roatan, Messico, Maldive, Etiopia, Sud Africa, ecc… a conoscere nuove culture, a mescolare le etnie diverse dalle mie e ad assorbire come una spugna ogni minimo dettaglio, a raccogliere i colori di quelle fotografie che restano impresse nel cuore. Così come ho fatto a Zanzibar, a Capo Verde, a Marsa Alam, a Sharm El Sheikh, a Hurgada, a Londra, a Mallorca, a Minorca e in ogni dove ho avuto la fortuna di andare nonostante “LEI” ci fosse sempre. Non voglio rinunciare a nessuna di queste passioni che possono essere la musica, i tatuaggi, i viaggi o le moto e sono sicura che continuerò a girare il mondo (magari con un po’ di attenzione in più), un passo alla volta, al ritmo di una colonna sonora giusta, con qualche dipinto nuovo sulla pelle, e stringendo la mano di chi mi sta accanto, perché sono convinta, che solo così io possa realmente dimenticare i dolori che la strada che si chiama vita mi ha dato.
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Il ritmo del mondo dentro me
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